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Monte Tambura (1890 m.)

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Categoria: Vette
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(fonte: www.escursioniapuane.com)

 


Provincia Massa Carrara - Lucca
Altezza 1890 mt.
Coordinate 44°06′26″N - 10°13′42″E

 

Si trova tra la Provincia di Massa-Carrara (comune di Massa) e quella di Lucca (comune di Vagli di Sotto): il crinale e la vetta sono proprio sul confine stesso. Dopo il monte Pisanino(1946 metri) è in altezza, per diverse tabelle, la seconda cima della Apuane con i suoi 1890,5 metri.

Localmente conosciuto semplicemente come “la Tambura”, è una mole poderosa di marmo a forma piramidale che termina con una caratteristica cuspide triangolare e domina la città di Massa.

È situato in posizione centrale tra il monte Cavallo, a nord-ovest ed il monte Sella a sud-est, nella parte settentrionale delle Apuane.

La Tambura è caratterizzata da avere lo stesso aspetto da ogni lato, di non presentare grandi difficoltà ad ascenderla e di offrire panorami unici sull’intera catena Apuana: dalle Apuane più settentrionali (in particolare Pisanino e Cavallo) a quelle meridionali (gruppo delle Panie) e dal mare all’Appennino.

La cresta per la vetta (sentiero 148) va dal passo della Focolaccia a quello della Tambura ed interessante dal punto di vista sci-alpinistico è il versante settentrionale del monte detto Carcaraia.

In Garfagnana era chiamata Zucco Alto o Monte Prispole ed anticamente Stamberlicche.

DANTE E LA TAMBURA: La Tambura fu citata da Dante nella Commedia, Inferno, canto XXXII, versetti 28-30 per sottolineare la consistenza del massiccio strato di ghiaccio nel quale sono rinchiusi, fino al viso, nell’ottavo cerchio (Cocito), i traditori dei parenti, della patria e della propria parte politica.

Infatti Dante dice che il ghiaccio non si sarebbe minimamente incrinato anche facendoci precipitare sopra la Tambura (Stamberlicche) o la Pania della Croce (Pietrapana dall’antico nome Pietra Apuana).

"...Non fece al corso suo sì grosso velo

di verno la Danoia in Osterlicchi,

nè Tanaì là sotto ‘l freddo cielo,

com’era quivi; che se Tambernicchi

vi fosse sù caduto, o Pietrapana,

non avria pur dall’orlo fatto cricchi,"

ESCURSIONISMO ED ALPINISMO: Una prima salita ufficiale è attribuita verso il 1853 al naturalista svizzero Ludwig Rütimeyer e all’astronomo Giovanni Inghirami che vi compì rilievi trigonometrici. Questa notizia è errata per quanto riguarda Inghirami a quella data ormai morto. Sicuramente, comunque, la cima era stata già più volte raggiunta dai pastori locali.

La prima invernale è di Aristide Bruni, Efisio Vangelisti e L. Matteotti il 30 novembre 1883.

La montagna riveste scarso interesse arrampicatorio, mancando di pareti rocciose come alcuni dei monti circostanti, invece presenta un certo interesse sci-alpinistico la zona nord detta Carcaraia. Più interessanti sono le salite invernali specialmente nel versante orientale.

Cresta Nord-est: Inizia al Passo della Focolaccia, si sviluppa per più di un chilometro, tra rocce e scarse difficoltà, a metà c’è una spalla detta Monte Crispo (1835 m), per essa passa il sentiero 148.

Versante Sud-ovest: È il versante a mare, percorso nella zona più orientale, dalla via Vandelli. Presenta possibilità di ascensioni invernali, è percorso da diversi canali che confluiscono nel Canal Pianone ed è molto povero di vegetazione.

Cresta Sud: Inizia dal passo della Tambura, passa per sfasciumi e più corta, ma più ripida, di quella NE. È percorsa dal sentiero 148.

Versante Est / Sud-Es: È affacciato sulla valle di Arnetola e presenta alcuni interessanti itinerari invernali.

Cresta Nord-est: Proviene dalla Sella della Roccandagia (1630 m) ed è la cresta più lunga e la meno semplice. Il monte Roccandagia (1770 m) fa parte del massiccio della Tambura e si sviluppa a sud-ovest della cima principale, domina la conca di Campocatino è meno semplice a salire e riveste anche interesse alpinistico.

Versante Nord: È la Carcaraia zona di buche carsiche, grotte e sfasciumi di roccia a nord del monte ed a confine con la Roccandagia. Gli studi sulle grotte della zona (abisso Roversi ed Pozzo Mandini tra le altre) hanno dimostrato che le acque arrivano al Frigido e non al Serchio come ci si potrebbe aspettare evidenziando la complessità del sistema ipogeo apuano. È zona di sci-alpinismo ed è attraversata dal sentiero 177 da Campocatino.

TRAVERSATE DELLA TAMBURA: Sono escursioni lunghe e faticose, ma molto interessanti perchè permettono di conoscere più da vicino la fatica dei cavatori lungo le vie di lizza ripidissime che portavano al posto di lavoro, inoltre si aprono su splendidi panorami sulle Apuane e l’Appennino e ci fanno scoprire la flora delle Apuane.

I due anelli partono da Resceto seguendo la primissima parte della via Vandelli, uno segue il sentiero 166 e l’altro il 166 bis che con la nuova numerazione diventa 156. I due sentieri, in parte, seguono il tracciato di antiche vie di lizza e si uniscono al passo della Focolaccia. Qua si sale la cresta della Tambura (sentiero 148) e si scende per la via Vandelli (sentiero 35) senza dimenticare una sosta al rifugio Conti ai Campaniletti. È sempre consigliabile fare la Vandelli al ritorno essendo meno faticosa.

Un’altra traversata, partendo sempre da Resceto, sale per la Via di lizza delle Gruzze (sentiero 165), sale la cresta della Tambura e scende per una delle due precedenti vie di lizza. Il tempo richiesto va da 8 a 10 ore secondo le soste, è più impegnativa delle precedenti poiché la discesa avviene per sentieri più ripidi.

È possibile poi percorrere anche l’Anello della Roccandagia con durata circa sette ore. La partenza è a Campocatino (1000 m) dove si imbocca il sentiero 177 per il passo della Tombaccia (1350 m) e poi quello della Focolaccia. Poi si percorre la cresta fino al Passo della Tambura dal quale si scende per il versante garfagnino della Vandelli fino ad incontrare il sentiero 147 che riporta a Campocatino, una breve deviazione porta all’Eremo di San Viano.

PASSI DEL SENTIERO 148

Passo della Focolaccia: Si trova a quota 1650 metri, è un largo valico tra il monte Cavallo e la Tambura, a confine tra il comune di Massa e quello di Minucciano.

È un antico valico tra Gorfigliano (Minucciano) e Resceto (Massa), qua fu costruito il bivacco Aronte nel 1902, primo rifugio sulle Apuane.

Con il tempo la zona è stata devastata dall’estrazione del marmo, facilitata dall’apertura della marmifera da Gorfigliano.

Si arriva qua da Resceto con i sentieri 166 e 166 bis nuova numerazione 156 (antiche vie di lizza) e con il 170 ed il 36 attraverso la foce delle Vettoline. Da Forno con il 36 ed il 167 da case Càrpano per Forcella di Porta e dalla Foce di Cardeto, quindi da Orto di Donna, con il 179. Da Campocatino per il passo della Tombaccia con il 177 e da Gorfigliano per via di cava e con il sentiero 178 che si stacca dalla stessa.

Da tempo l’attività estrattiva in zona è fonte di proteste da parte degli ambientalisti a causa delle trasformazioni che la stessa ha causato, in maniera ormai irreparabile, all’originaria conformazione del passo, già nel 1991 furono fatti i primi sequestri delle cave, allora proprietà dei fratelli Benedetti della Scaviter di Massa che poi passarono la mano ad altri proprietari.

Passo della Tambura: Valico, a quota 1620 metri, tra la cresta sud della Tambura ed il monte Focoletta.

Importante comunicazione tra la zona di Massa e la Garfagnana, venne valorizzato ed ampliato, usando cariche esplosive, con la costruzione della via Vandelli a metà del 1700.

Oggi ospita una immagine marmorea della Madonna del 2003.

Oltre che la Vandelli da esso passa il sentiero 148 per la vetta della Tambura ed il sentiero per la Focetta dell’Acqua Fredda.

RIFUGIO NELLO CONTI AI CAMPANILETTI: Situato a quota 1442 m, si trova alle pendici del monte Focoletta nel gruppo della Tambura. È detto anche rifugio ai Campaniletti per la vicinanza a questi torrioni.

Appartiene al Cai di Massa. Vi si può accedere tramite la via Vandelli (sentiero 35) da Resceto o da Vagli oppure con il sentiero 164 diramazione del 165 sempre da Resceto, oppure ancora con il 164 dalla Focetta dell’Acqua Fredda.

Fu inaugurato ufficialmente nel 1992 (ma era già operativo da qualche tempo) e dedicato alla grande guida alpina Nello Conti nato nel 1895 a Resceto.

 

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